COMBUSTIBILI FOSSILI
Combustibili fossili: cosa sono e perché dobbiamo farne a meno.
I combustibili fossili sono quei combustibili che derivano dalla trasformazione della sostanza organica in forme più stabili e ricche di carbonio. Sono fonti energetiche non rinnovabili, poiché il loro utilizzo ai ritmi attuali pregiudica la loro disponibilità per le generazioni future.
Appartengono a questo campo:
- il petrolio e suoi derivati (benzine, gasolio, solventi, cherosene, olii lubrificanti, catrame)
- il carbone
- il gas naturale
I combustibili fossili (detti anche idrocarburi) rappresentano oggi la principale fonte energetica dell'umanità.
Perchè?
In sostanza, perché hanno un alto rapporto energia/volume, sono facilmente trasportabili e stoccabili e costano ancora relativamente poco, anche se bisogna sottolineare che il prezzo del barile di petrolio è aumentato, dagli 11 dollari del 1998 agli attuali circa 80 dollari, di quasi l'800%.
La caratteristica di avere un basso costo ha di molto rallentato lo sviluppo delle energie alternative, anche a causa dello stretto legame tra interessi economici e politici di multinazionali e governi.
Per contro, presentano numerosi svantaggi:
- sono assai inquinanti, quindi responsabili di danni anche gravi alla salute e all'Ambiente
- determinano un incremento di CO2 in atmosfera, un gas serra non inquinante ma determinante per il surriscaldamento globale
- non sono rinnovabili, poiché il processo di fossilizzazione della sostanza organica è molto lungo (milioni di anni) e la quantità che si fossilizza è minima rispetto al fabbisogno energetico dell'uomo.
Questa caratteristica, alla luce dell'esauribilità dei giacimenti attuali e a fronte di una sempre maggiore richiesta energetica a livello globale, determina continui aumenti del loro prezzo.
L'INDUSTRIA PETROLIFERA E IL PETROLIO.
Il petrolio è un liquido denso e infiammabile, che dopo l'estrazione viene sottoposto al processo di distillazione ed immesso con tutti i suoi derivati nel mercato.
La presenza del petrolio e quindi dell'industria petrolifera ha grandi impatti sociali e ambientali: l'estrazione, per esempio, frequentemente danneggia l'ambiente, mentre ricerca ed estrazione del petrolio offshore disturbano l'ambiente marino circostante. L'estrazione è spesso preceduta dal dragaggio, un'operazione che danneggia gravemente il fondale marino ed in particolare le alghe, organismi fondamentali nella catena alimentare marina. Il greggio e il petrolio raffinato che fuoriescono da navi petroliere incidentate, hanno danneggiato fragili ecosistemi in tutto il mondo, dall'Alaska alla Spagna.
L'Italia è il settimo importatore mondiale di petrolio, ma la quota "elettrica" è (dati Terna) solo del 4,3%. Questa quota non considerà però i derivati da petrolio (quali Orimulsion, coke e bitume), quantificati a parte alla voce "altri combustibili".
Infine, la combustione, su tutto il pianeta, di enormi quantità di petrolio è tra i maggiori responsabili dell'effetto serra.
IL CARBONE
Il carbone è un combustibile fossile presente nel terreno in miniere sotterranee o a cielo aperto.
E' un combustibile pronto all'uso, e produce un quarto dell'elettricità in tutto il mondo. In Italia, la quota di energia prodotta col carbone (dati Terna riferiti al 2020) è del 12%.
Purtroppo la domanda di carbone, a livello globale, è aumentata nel 2023 di 2 punti percentuali.
L'Italia importa carbone per il 90% del fabbisogno interno, dal momento che sul nostro territorio è presente una sola miniera di carbone (Sulcis Iglesiente, in Sardegna), dalla quale non si estraggono più di un milione di tonnellate/anno.
Se da una parte rappresenta una delle principali fonti di energia dell'umanità, dall'altra è anche uno dei modi più inquinanti per produrla: solo nel ostro Paese, l'utilizzo del carbone determina l'emissione di oltre 40 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera, le quali a loro volta rappresentano quasi il 40% del totale delle emissioni prodotte dal sistema elettrico nazionale.
Dal carbone è possibile ottenere anche altri tipi di combustibile, tramite i processi di gassificazione e liquefazione, con un impatto ambientale decisamente inferiore.
IL GAS NATURALE
Il gas naturale è un gas prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico. E' presente, in genere, assieme al petrolio e in giacimenti di gas naturale, ma anche in discariche di rifiuti.
La principale difficoltà nell'utilizzo del gas naturale è il trasporto. I gasdotti sono economici, ma poiché attraversano territori di diversi stati, si può verificare, principalmente per problemi politici, l'interruzione del flusso nel momento in cui una nazione decide di chiudere i rubinetti sul proprio territorio.
L'Italia dipende per circa il 50% dal gas naturale come approvvigionamento elettrico: nel 2022 il nostro Paese ne ha importato 16,3 miliardi di metri cubi.
La combustione di gas produce gas serra, anche se in misura minore rispetto agli altri combustibili fossili. I due principali aspetti negativi (oltre all'emissione di gas serra e di inquinanti come monossido di carbonio, ozono, ossidi di azoto) sono rappresentati dall'estrazione, che può danneggiare l'ecosistema e causare cedimenti del terreno circostante, oltre al trasporto che genera ulteriore inquinamento.