Pubblichiamo l'invito di Greenpeace, in un momento così drammatico per il nostro Pianeta, a cogliere le opportunità di vera svolta da mettere in atto una volta terminata l'emergenza.
"In questi giorni di emergenza tutti noi guardiamo con sollievo le immagini della natura che riprende i propri spazi: dalle acque cristalline dei canali di Venezia ai cervi che pascolano nelle città giapponesi, fino ai grafici che mostrano l'aria più pulita nelle principali città in isolamento. Ma non possiamo illuderci che questo sia un assaggio del mondo “più verde” per il quale lavoriamo e combattiamo. Non è così. Il calo dell’inquinamento atmosferico e la probabile momentanea diminuzione delle emissioni di CO2 sono solo gli effetti collaterali dello stand by della nostra società e dell’economia.
Questo è il modo meno sostenibile che si possa immaginare per contenere le emissioni e contrastare l’inquinamento, nonché il meno durevole.
Se non agiamo subito, appena la ruota dell’economia ricomincerà a girare di nuovo, tutto tornerà come prima… O peggio di prima.
Ad esempio, dopo aver registrato un periodo di cielo azzurro e di aria relativamente pulita, il governo cinese ha già iniziato ad allentare le regole sull’inquinamento delle automobili e a facilitare il regime di permessi per le nuove centrali a carbone. Non devono essere i disastri a “regalarci” un Pianeta più sicuro e meno inquinato.
Un mondo migliore e più pulito, dobbiamo costruirlo pezzo per pezzo attraverso scelte economiche globali e coordinate, e questo aumentando i posti di lavoro in settori strategici: dalle fonti rinnovabili all'agricoltura ecologica, dalla ristrutturazione degli edifici alla mobilità sostenibile.
Nelle prossime settimane, i governi sveleranno ulteriori misure per mantenere in attività le imprese e per proteggere i posti di lavoro. Avranno dunque anche la possibilità di gettare le basi per avviare una reale transizione verso un’economia solida, verde e sostenibile.
Noi continueremo a batterci per fare pressione sui governi, perché comincino subito ad investire in questa direzione: se la risposta sarà corretta, infatti, potrebbe guidarci fuori dalla crisi sanitaria e dalla crisi climatica, insieme. Aria e acqua pulite, una rigogliosa fauna selvatica e minori emissioni di CO2 non saranno le conseguenze accidentali di un disastro, ma i sicuri benefici di programmare un futuro più verde e di pace."
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